Antonella Pozzetti (Modena 1960) ha condotto gli studi di ragioneria nella sua città natale dove vive e lavora con il marito nella sua azienda di attrezzature per l’estetica. L’interesse per la pittura si manifesta fin da giovanissima con l’ammirazione delle opere dei maestri del passato, questo genera in lei il desiderio di prendere, nel 2011, i pennelli in mano per confrontarsi con il foglio e la tela. Ma l’arte non richiede solo un cuore di poeta ma anche la conoscenza delle tecniche. Necessario, allora, frequentare i corsi di disegno e di pittura, dapprima a Nonantola e in seguito presso l’Atelier di Mara Calzolari e Daniele Poltronieri. Nel tempo, pur non rinunciando ai continui insegnamenti per un approfondimento dei vari linguaggi pittorici, Antonella ha proposto le sue opere al giudizio della critica e del pubblico, ottenendo lusinghieri apprezzamenti e riconoscimenti per il suo lavoro.
Oltre alle mostre personali ha partecipato a numerose mostre collettive riscuotendo premi e segnalazioni. Assidua la partecipazione alle mostre organizzate da: “Nonantola Arte” e dall’ “Associazione amici dell’arte” di Castelfranco Emilia (seconda classificata nel 2015 al concorso Festa della Donna).
Al concorso internazionale “Angeli di luce nell’arte” a Soriano nel Cimino si classifica seconda nel 2017. Costante la partecipazione alle mostre del “Centro studi di Vignola” e del centro di formazione “L’Atelier” di Modena dove ha ottenuto un terzo premio alla mostra “Leonardo & L’Atelier” nel 2019.
Hanno scritto di lei: Michele Fuoco, Francesco Chetta, Jean Charles Spinà, Enrico Miglioli
Centrale è la figura umana nell’opera della Pozzetti che adegua la natura alla naturalezza di rappresen- tazione, per un impegno integrale di conoscenza non solo estetica ma anche interiore. Un’immagine quindi come “grafico” di sentimenti, con una raffinata corrispondenza tra segno e colore.
È ciò che accade in “Contessa” e “All’improvviso un sorriso” che configurano momenti di esaltazione della bellezza in quadri di sensibilità tipicamente femminile, attraverso risonanze emozionali, esclusive ed intime che si manifestano sul volto, ma anche nella dinamica delle forme del corpo che si caricano di morbidezza, di perfezione fisica, di esaltazione sensuale.
La pittrice getta una luce tutta particolare sul viso, quasi a verificare una identità che le appartiene. Infatti le immagini sembrano stabilire legami profondi con la fisionomia dell’artista, esprimono una paradisiaca felicità che emerge da un sorriso smagliante che si porge come vagheggiamento di una condizione, anche fugace, di appagamenti, di slancio e di pienezza vitale.
Michele Fuoco